Dentro by Kenneth J. Harvey

Dentro by Kenneth J. Harvey

autore:Kenneth J. Harvey [Harvey, Kenneth J.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-06-17791-1
editore: Einaudi Stile Libero
pubblicato: 2006-12-31T16:00:00+00:00


Quattro

Aveva qualcosa che gli usciva dal naso. Non era una sensazione tanto netta. Qualcosa che continuava a scivolargli fuori. A risalirgli dallo stomaco. Su di lui era protesa una donna vestita di celeste. Che gli tirava fuori dallo stomaco quel qualcosa, qualunque cosa fosse.

- Le stiamo solo togliendo i tubi, - disse la donna. - Sa dirmi il suo nome?

Lui ci pensò per un attimo. - Sì -. Gli faceva male la gola. Come se fosse tirata. La forma di qualcosa che c'era stato dentro. Escoriata.

- Vada avanti.

Gli ci volle qualche secondo per riprendersi. Si domandò chi fosse. Pensò alla domanda della donna. Il suo nome. Glielo disse.

- Bene. Sa dove si trova?

Ci pensò. Gli sembrava di riconoscere il posto. Ma al rallentatore. I tubi gli uscirono completamente dalle narici. Tirò su col naso. Un solletico terribile. Cercò di sollevare una mano.

- Ecco, - disse l'infermiera. Strappò un kleenex di fianco al letto. Gli pulì il naso.

- Sa dirmi dove si trova?

Un attimo dopo. Un'ora. Un giorno. - Ospedale.

- Bene. Sa perché si trova qui?

- No.

- Ha avuto un attacco cardiaco. Abbiamo dovuto operare.

Sentiva delle presenze nella stanza. Era come trovarsi in una stalla. Non sembrava una stanza d'ospedale. Lo spazio riservato a lui era stretto. Riusciva a sentire le domande che le infermiere rivolgevano agli altri. Quel sonno in cui era sveglio.

- Si sta riprendendo bene, - disse l'infermiera. - Presto dovremo toglierle i tubi dallo stomaco.

Cercò di guardare in basso. Vide due tubi. Uno più grande. Uno più piccolo. Che uscivano da lui. Qualcosa che stava lì, nient'altro. Senza chissà quale significato.

- Avrà bisogno di un po' di morfina. Morfina.

Aspettava di sentire un dolore al petto. Niente. Gli occhi guardarono da un'altra parte. Come se gli fluttuassero. Si vide il braccio. La mano. Un bendaggio gli fasciava l'avambraccio sinistro in tutta la sua lunghezza.

- È lì che abbiamo preso le vene -. L'infermiera riavvolse i tubi che gli aveva tolto dal naso. - Dobbiamo aspettare un po' per i tubi nello stomaco. D'accordo?

Aveva dei problemi a connettere. Prima che avesse la possibilità di rispondere, l'infermiera se n'era andata. L'ultima volta in ospedale. Il dottore gli aveva detto che non potevano operare. Che aveva ottime probabilità di morire. Nessuna speranza. Perché non era morto? Se era quello che ci si aspettava. Chiuse gli occhi. Non sentiva dolore. Neanche un po'. Neanche un briciolo.

- Ehi?

Aprì gli occhi.

- Sa dirmi il suo nome, per favore?

Glielo disse subito. Era quello che ci si aspettava da lui. Un'infermiera diversa stavolta.

- Sa perché si trova qui?

- Attacco cardiaco.

- Sa dove si trova?

- Ospedale.

- Bene, - disse l'infermiera. - Ottimo.

Girò intorno al letto e si fermò sulla sinistra. Prese una siringa e la riempì del contenuto di una fiala. - Sto per darle un po' di morfina. Adesso le togliamo i tubi dallo stomaco -. L'infermiera infilò l'ago nel tubo per l'endovena e rilasciò la morfina.

Fu come essere ripulito. Slegato da ogni appiglio interiore. Non c'era niente di cui preoccuparsi. Nessun corpo. Solo il pensiero. E nemmeno il pensiero era importante.



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